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Brescia è un comune di circa 190.000 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia lombarda e seconda città della regione per abitanti. È anche conosciuta come la Leonessa d'Italia, secondo l'appellativo attribuitole da Giosuè Carducci. La città è situata allo sbocco della Val Trompia.
La sua area urbana, che comprende anche alcuni comuni limitrofi, ha una popolazione tra i 350.000 e i 500.000 abitanti, a seconda dei criteri di delimitazione.
Secondo il bilancio demografico della popolazione dal 31 Dicembre 2005 (dati ISTAT) la Provincia di Brescia ha un totale di 1.182.337 abitanti.
sormontato da una corona di Città.
Il toponimo Brescia appare inizialmente su trattati veneti e nasce dalla probabile venetizzazione del lombardo Brèsa, a sua volta derivante dal longobardo Brexia, che a sua volta trae origine dal nome romano della città, denominata da Augusto come colonia civica Augusta Brixia.
Il nome latino Brixia è ben documentato in epoca classica (Catullo, Livio, Plinio il Vecchio ed altri) e viene fatto solitamente risalire al termine celtico *brica/*briga (sommità, colle, altura) con vari riscontri in altre aree di influenza celtica (Bressa in Gallia, Brexa in Spagna, Bressanone). Tanto che nel locale dialetto esiste ancora oggi il termine celtico Brêk significante roccia in luogo montuoso.
Vi sono tuttavia studiosi che considerano *brica/*briga un termine da assegnare ad uno strato preceltico e preindoeuropeo, forse di origine mediterranea.
Onoreficenze.
La città di Brescia è:
- la terza tra le 27 città decorate con Medaglia d'Oro come "Benemerite del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento. Periodo, definito dalla Casa Savoia, compreso tra i motti insurrezionali del 1848 e la fine della prima Guerra Mondiale nel 1918.
- tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
- a seguito del coraggio mostrato dai bresciani durante le famose dieci giornate di Brescia, la città si meritò l'appellativo di Leonessa d'Italia (attribuitole da Giosuè Carducci).
Monumenti.
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La "piazza della Loggia", il complesso architettonico più omogeneo della città e splendido esempio di piazza rinascimentale chiusa; l'edificio principale è "la Loggia", oggi palazzo del Comune, iniziato nel 1492 sotto la direzione di Filippino de' Grassi. Il lato meridionale è definito dalla cortina del "Monte di Pietà". Per proteggere le botteghe in legno sulla sinistra della piazza dai frequenti incendi, nel 14° sec. è stata costruita una parete in muratura utilizzando anche pietre di origine romana ritrovate negli scavi per le fondamenta.
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La "piazza della Vittoria" è un complesso urbanistico ed architettonico realizzato negli anni '30 del XX secolo che si ispira a quella parte del razionalismo in architettura tipica dell'architetto Piancentini. Laddove sorgevano antichi quartieri cittadini nei quali sorgeva la Curia Ducis furono edificati i nuovi edifici che attualmente ospitano, tra l'altro, la sede centrale delle Poste ed il parcheggio sotterraneo per auto più centrale della città.
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Nella "piazza Paolo VI" (comunemente nota come Piazza Duomo) si trovano:
il "Duomo vecchio" o "Rotonda" eretto nell'XI secolo contiene vari capolavori di Palma il giovane, del Moretto, del Romanino;
il "Duomo Nuovo" anch'esso ricco di capolavori, merita ammirazione la rinascimentale "Arca dei SS. Apollonio e Filastrio" del 1510 e la cupola che risulta essere la terza più grande d'Italia dopo quella di San Pietro a Roma e quella di Santa Maria del Fiore a Firenze;
il Broletto, antico palazzo comunale, con la Torre dei Merli (detta Pegol) e la Loggia delle grida (ricostruzione ottocentesca);
La "Piazza del Foro" è il più rilevante complesso con resti d'epoca romana di tutta la Lombardia, con gli imponenti avanzi del "Tempio Capitolino";
Il "Monastero di S. Salvatore o di S. Giulia": la basilica di "S. Salvatore" è uno dei migliori esempi dell'architettura altomedioevale dell'Italia settentrionale; il complesso ospita da alcuni anni mostre importanti.
La facciata di "S. Maria dei Miracoli", progettata dall'architetto Giovanni Antonio Amadeo e da lui realizzata con aiuti; la primitiva modestissima cappella a protezione dell'affresco della Madonna col Bambino vien sostituita da un sacello marmoreo, la parte centrale dell'attuale facciata, con finissime decorazioni a bassorilievo, cui attorno al 1500 si aggiunge il peristilio: 16 scultori collaborano alle decorazioni interne ed esterne, tra cui il nipote Antonio della Porta da Osteno (sul lago di Lugano), detto il Tamagnino;
La chiesa romanico-gotica di "S. Francesco": nel paliotto dell'altar maggiore un "bassorilievo marmoreo" rappresentante "il Presepio" porta i caratteri della scuola dell'Amadeo;
La chiesa dei "Santi Nazaro e Celso": la pala d'altare è il "Polittico Averoldi" di Tiziano Vecellio.
La piccola chiesa del "Buon Pastore".
La chiesa di "San Clemente", con molti dipinti di Alessandro Bonvicino, detto Moretto.
La Chiesa di "San Giovanni", con il refettorio per metà affrescato da Moretto e per metà da Girolamo Romanino.
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