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La Lombardia è la quarta regione d'Italia per superficie, dopo la Sicilia, il Piemonte e la Sardegna, e ha una struttura morfologica relativamente semplice. La parte settentrionale è essenzialmente montuosa (più del 40% del territorio regionale è occupato da montagne) e comprende la sezione centrale delle Alpi (Alpi Lepontine e Retiche), culminante nel massiccio del Bernina (4.049 m), ma con molti altri imponenti massicci, tra cui il Disgrazia (3.678 m), al limite con la Svizzera, l'Adamello (3.554 m) e l'Ortles-Cevedale (3.899 m), al confine con il Trentino-Alto Adige.
Alle Alpi fanno seguito a sud la fascia centrale delle Prealpi e, ancora più a sud, quella delle colline (Brianza, Varesotto ecc.). La restante metà meridionale della regione è pianeggiante (oltre il 47% del territorio regionale è occupato dalla pianura) e si estende nel tratto centrale della Pianura Padana, a eccezione della parte sudoccidentale, cioè l'Oltrepò Pavese, dove si spingono i rilievi dell'Appennino emiliano, che in territorio lombardo toccano i 1.724 m con la vetta del monte Lesima.
Le Alpi lombarde, meno aspre di quelle del Piemonte e della Valle d’Aosta, sono solcate da ampie valli, a cominciare dalla Valtellina – che è la più lunga e importante valle longitudinale di tutto il sistema alpino italiano – e dalla Valcamonica. Quasi tutte queste valli sono percorse da alcuni affluenti di sinistra del Po e conducono a valichi nel complesso abbastanza agevoli, malgrado si trovino a quote elevate. Uno dei passi internazionali più importanti è quello dello Spluga (2.118 m), al confine con la Svizzera; si ricordano poi i non lontani passi del Maloja (1.815 m) e del Bernina (2.323 m), che si trovano invece in territorio svizzero.
Tra i valichi nazionali, i principali sono quelli dello Stelvio (2.759 m) e del Tonale (1.883 m), che collegano la Lombardia con il Trentino-Alto Adige. Questi valichi hanno sempre avuto grande importanza nello sviluppo della regione, poiché ne hanno facilitato le comunicazioni, sia regionali sia internazionali.
Le Prealpi lombarde si estendono ininterrottamente dal Lago Maggiore al lago di Garda. Le loro cime sono meno elevate di quelle alpine e si presentano in genere con vette rupestri e con pendici rivestite da pascoli e boschi; tuttavia non mancano erti massicci calcarei, quali le Grigne (che raggiungono i 2.410 m), il monte Resegone (1.875 m), entrambi in prossimità del lago di Como e, più a est, il Pizzo della Presolana (2.521 m). La fascia delle Prealpi e delle colline digrada man mano verso sud nella Pianura Padana. La loro formazione si deve ai depositi morenici lasciati dai ghiacciai pleistocenici che sormontavano la pianura. Questa in Lombardia (come nei vicini Piemonte, a ovest, e Veneto, a est) si distingue nettamente in una sezione settentrionale, l'alta pianura – formata da terreni porosi nei quali l'acqua piovana s'infiltra facilmente, e che quindi è piuttosto arida, con scarsa vegetazione, poco adatta all'agricoltura – e in una fascia meridionale, la bassa pianura, più vicina al corso del Po, alluvionale, dai suoli poco permeabili e dunque ricca di acque di superficie, verdeggiante, fertile e intensamente coltivata.
Una linea morfologica piuttosto netta, la linea che collega le risorgive o fontanili – ovvero i punti in cui le acque sotterranee, incontrando lo strato di terra impermeabile, sono costrette a risalire in superficie –, segna il confine tra alta e bassa pianura.
La Lombardia è probabilmente la regione italiana più ricca di acque di superficie. Dalle Alpi e dalle Prealpi scendono a solcare il territorio numerosi fiumi, affluenti e subaffluenti del Po. Tra i principali, oltre ai già ricordati Ticino (è il settimo fiume d'Italia per sviluppo, 248 km di lunghezza, e per superficie del bacino, 7228 km²) e Mincio ( 196 km), si annoverano l'Adda (il quarto fiume d'Italia per lunghezza: 313 km), arricchito dal Brembo e dal Serio, e l'Oglio (quinto fiume d'Italia: 280 km), cui tributano il Mella e il Chiese. Alimentati dalle precipitazioni nevose e piovose, i fiumi lombardi hanno portate consistenti e regimi relativamente costanti. L'abbondanza di acque è sempre stata un fattore determinante nell'economia regionale, grazie anche alla fitta rete di canali, alcuni dei quali navigabili, realizzati soprattutto per regolamentare le acque fluviali e irrigare le coltivazioni. Tra i principali si ricordano il Naviglio Grande e il Naviglio della Martesana, che collegano rispettivamente il Ticino e l'Adda con Milano, e il Canale Villoresi, che raccorda i due fiumi.
La nota più caratteristica del sistema idrografico lombardo è rappresentata dai laghi prealpini, dalla tipica forma allungata in direzione nord-sud: furono infatti scavati dalle fiumane di ghiaccio, che al loro ritiro, circa 15.000 anni fa, lasciarono i solchi che furono poi occupati dalle acque. I principali laghi lombardi sono, da ovest a est, il Lago Maggiore o Verbano (è il secondo lago d'Italia: 212 km² di superficie), il lago di Lugano o Ceresio (49 km², in parte in territorio svizzero), collegato al Lago Maggiore dal breve fiume Tresa, il lago di Como o Lario (terzo lago d'Italia: 146 km²), il lago d'Iseo o Sebino (62 km²) e il lago di Garda o Benaco, il più esteso d'Italia (370 km²). Solo i laghi di Como e d'Iseo sono però interamente in territorio lombardo. I principali laghi sono alimentati da importanti affluenti alpini del Po, che ne sono sia immissari sia emissari: il Ticino, emissario del Lago Maggiore, l'Adda, emissario del lago di Como, il Sarca e il Mincio, rispettivamente immissario ed emissario del lago di Garda. Oltre ai laghi prealpini, vi sono, nella Lombardia occidentale, vari laghi minori, sempre di origine glaciale, ma più propriamente formatisi in seguito all'accumulo di depositi morenici: il più esteso è il lago di Varese, situato tra le colline del Varesotto.
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